CIRIÉ

La zona di Cirié e dell’Alto Canavese era abitata, sin dall’antichità, dai Salassi, una popolazione di origine celtica. Nell’anno 143 a.C. i Romani, guidati dal console Appio Claudio Pulcro, mossero guerra contro le tribù stanziate nelle valli dell’Orco e della Dora Baltea, con l’intento di aprirsi una via verso l’Elvezia e la Gallia transalpina. Vennero così allestiti accampamenti nei pressi di Ivrea, di Torino e nell’area dove sorge attualmente Cirié da dove era possibile sorvegliare l’accesso alle vallate di Lanzo. L’accampamento presso l’attuale Cirié in riferimento, probabilmente, alla grande quantità di cerri presenti nella zona. prese il nome di Castrum Cerreti, o, più semplicemente, "Cerretum": nome modificatosi in Ciriacum con l’avvento del Cristianesimo, seguendo l’uso del tempo di scegliere un Santo protettore (in questo caso San Ciriaco), che si avvicinasse il più possibile a quello del proprio comune. Il decumano maggiore dell’antico accampamento potrebbe essere identificato con l’attuale via Vittorio Emanuele II, la strada principale del centro storico.
Con il definitivo assoggettamento dei Salassi, il castrum divenne un importante crocevia di scambi commerciali, dando origine ad un centro abitato.

Per ritrovare notizie più precise e attendibili del piccolo borgo di Ciriè arriviamo agli inizi del 1200. Sappiamo per certo che nel 1229 il territorio di Cirié viene occupato dai Marchesi del Monferrato che erano in conflitto con i Conti di Savoia per il dominio sul Canavese. Nel 1296 Margherita, figlia di Amedeo V di Savoia , sposò Giovanni I di Monferrato ottenendo, a garanzia della sua dote i diritti, vita natural durante, sulle Castellanie di Caselle, Ciriè e Lanzo. Alla morte prematura del marito, Margherita ebbe in usufrutto, a titolo di assegnamento vedovile, le tre Castellanie, che governò personalmente, prendendo dimora nell’antico Castello di Ciriè.
Fu questo della Castellania di Margherita, per il borgo di Ciriè, un periodo di grande prosperità. Margherita morì nell’agosto del 1349 ma, intanto, le sue Castellanie erano già state confermate in possesso della Casa Savoia per via di un altro matrimonio.
L’insediamento di Margherita nel castello, che avviene nel 1306, viene ricordato ancora oggi con il Palio dei Borghi, manifestazione che si svolge ogni due anni nel territorio ciriacese. Di questo castello non restano tracce, poiché andò distrutto durante l’invasione francese del 1536 e i resti completamente dispersi durante la sistemazione della piazza Castello ai primi del Novecento.

Nel 1576, Emanuele Filiberto di Savoia, volendo uno sbocco sul mare per il suo Stato, acquista il porto di Oneglia e altre terre dell’Imperiese, dal Patrizio genovese Gian Gerolamo D’Oria, in cambio di Ciriè, eretta a Marchesato con Nole e S. Maurizio, e la Contea di Cavallermaggiore. Il D’Oria stabilisce la sua residenza a Cirié, dando origine a una discendenza che durerà fino ai primi anni del Novecento, estinguendosi con Emanuele D’Oria, X° Marchese di Ciriè e del Maro, che fu anche primo sindaco di Cirié, dopo che questa, con un Regio decreto legge del 1905, ottenne il titolo di città. Andrea, unico figlio maschio di quest’ultimo, morirà in combattimento durante la 1ª guerra mondiale.

Il XIX secolo, caratterizzato dal lungo e faticoso cammino verso l’unificazione nazionale, dagli alterni splendori e decadenze della storia risorgimentale, non portò a Ciriè sconvolgimenti di rilievo. Fu anzi un periodo positivo, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo industriale e, grazie all’inaugurazione nel 1869 della linea ferroviaria Torino-Ciriè il Comune, già agli inizi del secolo, divenne per la zona epicentro di interesse commerciale.