Un treno, una fila alle poste, una sala d’attesa: a volte le storie iniziano così, quando qualcuno ha voglia di ascoltare.
Racconto Personale porta in scena la voce di Mamadou, giovane cittadino della Costa d’Avorio che “si mette in viaggio senza valido motivo”: nel suo Paese non c’è guerra, non è perseguitato, ha da mangiare ogni giorno. Ma rivendica qualcosa di semplice e radicale: il diritto a un’occasione, a inseguire un sogno.
È una storia sfrontata, a tratti ironica, che attraversa il deserto, i confini e gli sguardi, e che comincia con l’incontro col trafficante più in gamba dell’Africa occidentale.
La produzione della Compagnia Bottega degli Apocrifi costruisce un teatro dell’ascolto: essenziale, diretto, vicino. L’ispirazione alla Human Library (nata in Danimarca) guida la forma: raccontarsi come modo per avvicinarsi, per trasformare la curiosità in conoscenza, l’incontro in memoria collettiva. In scena non c’è la cronaca di un “caso”, ma la presenza di una persona: emozioni, bisogni, istinto. La distanza si accorcia, i pregiudizi si incrinano, le parole aprono domande che restano dopo l’applauso.
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