Il ruolo dell’artista non è quello di restare in disparte e in silenzio, ma di “gridare” e denunciare, attraverso la sua acuta visione del mondo, le ingiustizie e le sopraffazioni sociali.
Fondato sul lavoro, con le sue ventisei opere che attraversano epoche differenti, vuole essere testimonianza di questioni che oggi quanto mai si rivelano urgenti.
Il lavoro è al centro del patto sociale, principio fondativo della Repubblica e motore dell’avanzamento della società. Ma quale lavoro? Per chi e a quale prezzo?
Il percorso espositivo si snoda tra linguaggi ed epoche differenti, dal IV secolo a.C. a oggi, intrecciando l’eredità artistica del passato con le urgenze del presente.
L’Anonimo Ceramista Attico, Gerhard van Steenwijck e il Ceramista Cinese della Dinastia Yuan offrono un affresco sulla storia del lavoro domestico, che spesso costringeva a rimanere silenziosi e invisibili.
Il Nudo femminile di Renato Guttuso, con il suo stile crudo e diretto, racconta la condizione sociale della donna con un’attenzione precisa: il corpo come oggetto, spesso segnato e sfruttato.
Nel solco della riflessione politica e sociale si inseriscono Sandro Mele con Folklore Globale e Turi Rapisarda con I Mille - la migrazione degli operai meridionali verso il Nord Italia durante il boom economico.
Lorenzo Viani, invece, racconta il dramma delle mogli dei pescatori, documentando il dolore e la resistenza di chi aspetta. Enterramiento de diez trabajadores di Santiago Sierra svela il lato più brutale del lavoro: le condizioni di sfruttamento e mercificazione dell’essere umano.
E così via…