Tre ritratti di donne, tre esistenze scartate dal sistema del “mondo pulito di fuori”.
Per motivi diversi si trovano in una discarica di rifiuti, una delle tante disseminate sulla Terra. Ognuna di loro racconta in modo tragico, poetico e grottesco la propria storia personale che, intrecciata alla Storia più grande, dà modo di riflettere sul tema dei rifiuti - siano essi oggetti o persone - e sui modelli di sviluppo che li producono.
Uno sguardo sul lato nascosto della società che non riusciamo a vedere, o fatichiamo ad accettare.
Almateatro propone a distanza di vent’anni una riscrittura di Scarti, uno spettacolo capace di toccare temi di grande attualità sempre più sentiti e discussi dalle nuove generazioni.
Nella forma di tre monologhi, l’attrice e cantante Enza Levatè reinterpreta i tre personaggi principali, accompagnata dalla musicista Elena Russo (kora e percussioni), per la regia di Gabriella Bordin.
Vent’anni fa la coscienza del disastro ambientale prodotto dai rifiuti era molto meno diffusa. Oggi la ricerca per arrivare a un modello circolare di produzione è in continuo sviluppo, anche se solo agli inizi rispetto alla vastità del problema.
Le discariche di oggetti, sulla terra e nei mari, sono aumentate così come gli scarti umani: persone povere, scartate dal processo produttivo, rifugiate, migranti, con disabilità. E tutto è interconnesso. Ovunque nel globo, nonostante la diffusa cecità e follia, in tanti stanno finalmente immaginando e attuando cambiamenti volti a evitare l’estrema dannazione del Mondo.
Tariffe
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