Si trovano sulle tavole di tutto il mondo, o quasi. In dialetto piemontese rubatà significa “ruzzolato” richiamando proprio la tecnica con la quale si formano i grissini: vengono presi dalle punte appena stirati a mano e fatti cadere con i pollici a palme unite, con un giro completo, con dolce violenza sul tavolaccio di stiramento al fine di compattarne l’impasto.
Sono facilmente riconoscibili per le caratteristica nodosità e la singolare bontà deriva dal sapiente dosaggio dei vari ingredienti e dell’acqua. Il rubatà di Chieri è incluso nella lista prodotti agroalimentari tradizionali italiani del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e i produttori sono soci dell'Associazione Panificatori della provincia di Torino.