Prima di diventare il “Cavaliere dei Quattro Mori” e affrontare le salite del Giro e della Vuelta, Fabio Aru impugnava una racchetta.
Da bambino a Villacidro, il tennis gli insegnò disciplina, concentrazione e gestione della pressione, qualità che ritroverà poi in bicicletta. Accanto al calcio, fu una mountain bike regalata dai genitori a cambiare il suo destino: a quindici anni lascia il tennis per il ciclismo agonistico. La mentalità del tennista resta con lui: precisione, resilienza e capacità di correggere gli errori. Oggi, dopo il ritiro, Aru torna al tennis come amatore, ritrovando libertà e concentrazione.
Nel talk racconta il talento scoperto da bambino, la scelta del ciclismo, le vittorie, le difficoltà e il piacere di riscoprire lo spirito autentico dello sport, tra racchetta e bicicletta, uniti dalla stessa voglia di mettersi in gioco.
A cura di Regione Piemonte
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