La divina commedia di Gemma Alighieri, scritto per l’Accademia dei Folli da Tiziano Scarpa (vincitore del Premio Strega nel 2009 con Stabat Mater), rientra al filone dei classic reloaded, spettacoli con cui i Folli rivisitano i grandi classici della letteratura mondiale: dopo I promessi sposi, Madame Bovary, Don Chisciotte, Frankenstein e l’Odissea, nel 2025 la compagnia torinese si cimenta con l’opera del sommo poeta Dante Alighieri.
Dante poetava su Beatrice ma era sposato con Gemma Donati. A lei, che gli diede quattro figli, non dedicò nemmeno un verso, cosa che non dovette farle molto piacere. È da qui che iniziano le vicende dello spettacolo: Dante si nasconde in esilio, in una città che assomiglia a uno dei tanti luoghi degradati del nostro mondo, dove guerre, disastri climatici e cinismo dettano legge. Di fatto, Dante è un profugo immigrato che sta chiuso in casa a occuparsi dei lavori domestici: esce in incognito solo la sera tardi, per scambiare due chiacchiere con il barista, alla chiusura del locale sotto casa.
A portare qualche soldo per dare da mangiare alla famiglia ci pensa Gemma. Dante crede che sua moglie si guadagni da vivere onestamente, ma in una società che emargina e sfrutta gli immigrati fino a spolparli, Gemma, che fa ogni sorta di lavoretto precario, si sente in diritto di commettere piccoli e grandi reati per tirare avanti. Ed è proprio una di queste malefatte a metterla nei guai costringendola a scappare.
Sarà l’inizio di un viaggio infernale pieno di sorprese, in cui il coraggio di questa donna arriva a fare ciò che nemmeno suo marito, il sommo poeta, aveva osato: mettere alle strette il Male in persona.
Via Niccolò Paganini 0/200, Torino
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