Pratiglione è piccolo paese arroccato del Canavese con meno di 600 abitanti.
Ha origini antiche, le prime tracce infatti risalgono al 1014 quando il paese è nominato per la prima volta in un diploma dell’imperatore Enrico I con il quale donava Prata Leonis (che faceva parte del tenere dell’antica Curtis Canava) ai monaci di Fruttuaria. Più tardi è detto anche Pradiglorum e Pradilionum ed è nominato sovente nel "Cartario di Belmonte ".
Di economia basata esclusivamente sull’agricoltura, sofferse nel 1500-1600 per le alloggiate delle truppe e per le richieste di sussidi da parte dei Savoia e dei Valperga, tanto che, per sostenerne il carico, dovette fare ingenti debiti. Da un documento del 1661 risulta che i contadini, per pagare questi debiti, furono costretti ad impegnare " bovine e mobilie ".
Si respira aria fresca e il paesaggio intorno è rilassante.
Interessanti sono la chiesa di San Rocco, risalente al XVIII secolo e la parrocchiale di San Nicolao, di epoca tardo-romanica a tre navate e il soffitto a capriate, colpiscono il confessionale cinquecentesco e i vari arredi sacri seicenteschi. Nel periodo natalizio un gruppo di volontari, ormai da molti anni, prepara un presepe meccanico molto suggestivo che si sviluppa su 50 mq, tradizionale e caratteristico accosta le vallate montane del territorio a uno scorcio della Palestina e pare sia molto apprezzato e visitato.
La gastronomia locale è molto legata all’attività pastorizia del paese infatti produce diverse varietà di tomini freschi, come il tumin della Caretta o altre tome di alpeggio alcune volte aromatizzate con erbe particolari.
L’agricoltura è caratterizzata dalla piccola proprietà contadina e si fonda sulla produzione di cereali, sulla viticoltura e sulla frutticoltura (mele e pere). Diffuso è anche l’allevamento bovino e la pastorizia, che danno luogo alla produzione di formaggi tipici. Le industrie meccaniche locali e quelle di Forno assorbono gran parte della mano d’opera.
Ha origini antiche, le prime tracce infatti risalgono al 1014 quando il paese è nominato per la prima volta in un diploma dell’imperatore Enrico I con il quale donava Prata Leonis (che faceva parte del tenere dell’antica Curtis Canava) ai monaci di Fruttuaria. Più tardi è detto anche Pradiglorum e Pradilionum ed è nominato sovente nel "Cartario di Belmonte ".
Di economia basata esclusivamente sull’agricoltura, sofferse nel 1500-1600 per le alloggiate delle truppe e per le richieste di sussidi da parte dei Savoia e dei Valperga, tanto che, per sostenerne il carico, dovette fare ingenti debiti. Da un documento del 1661 risulta che i contadini, per pagare questi debiti, furono costretti ad impegnare " bovine e mobilie ".
Si respira aria fresca e il paesaggio intorno è rilassante.
Interessanti sono la chiesa di San Rocco, risalente al XVIII secolo e la parrocchiale di San Nicolao, di epoca tardo-romanica a tre navate e il soffitto a capriate, colpiscono il confessionale cinquecentesco e i vari arredi sacri seicenteschi. Nel periodo natalizio un gruppo di volontari, ormai da molti anni, prepara un presepe meccanico molto suggestivo che si sviluppa su 50 mq, tradizionale e caratteristico accosta le vallate montane del territorio a uno scorcio della Palestina e pare sia molto apprezzato e visitato.
La gastronomia locale è molto legata all’attività pastorizia del paese infatti produce diverse varietà di tomini freschi, come il tumin della Caretta o altre tome di alpeggio alcune volte aromatizzate con erbe particolari.
L’agricoltura è caratterizzata dalla piccola proprietà contadina e si fonda sulla produzione di cereali, sulla viticoltura e sulla frutticoltura (mele e pere). Diffuso è anche l’allevamento bovino e la pastorizia, che danno luogo alla produzione di formaggi tipici. Le industrie meccaniche locali e quelle di Forno assorbono gran parte della mano d’opera.