Vistrorio è uno dei dodici comuni che attualmente fanno parte della Valchiusella, area ancora in gran parte incontaminata del Canavese; ed è situato nella parte inferiore, conosciuta come Bassa Valchiusella, a circa 480 metri d’altezza. .
Il nome Vistrorio è un nome unico in Italia e la sua origine è romana. L’etimologia del nome Vistrorio si fa infatti derivare da "Vicus Subterior" che indicava fino al XIV secolo il paese distinguendolo da "Vicus Superior", l’attuale Vico. Erano questi i due principali distretti a cui facevano capo i rimanenti comuni valligiani.
Le prime notizie storiche, però, risalgono al V secolo a.C., quando attraverso il Canavese passarono i Galli Celti: una delle loro tribù, i Salassi, si stabilì nella pianura canavesana, e questi furono sconfitti successivamente dalle legioni romane.
Fu nel Medioevo che Vistrorio acquistò importanza. Data la sua posizione fu capoluogo della Bassa Valchiusella, comprendente, oltre Vistrorio, Rueglio, Alice, Gauna, Pecco, Lugnacco, Issiglio e Vidracco.
All’epoca di Arduino d’Ivrea, intorno all’anno 1000, anche la Valchiusella si trovò costretta al suo potere. Alla morte di Arduino le terre furono spartite e l’alta Valchiusella passò sotto il dominio dei conti di San Martino, i quali si distinsero per essere tiranni e spietati nei confronti del popolo, mentre la Valle di Chy, altrimenti detta Bassa Valchiusella, restò possedimento della Chiesa eporediese.
La Valchiusella fu scenario di lotte tra i signori di San Martino e i Savoia: nel 1386, i paesi soggiogati dalla tirannia giunsero ad un’improvvisa e violenta rivolta armata; i castelli colti di sorpresa furono vinti, incendiati, diroccati e i castellani, che non fecero in tempo a fuggire, giustiziati. Questi atti di ribellione sono conosciuti con il termine di "Tuchinaggio", tremenda rivolta popolare che, per quanto concerne la valle del Chiusella, culminò in quel di Brosso con la distruzione del castello da parte dei "tuchini" . Fu Amedeo VII, il Conte Rosso, a porre fine a questa decennale rivolta. La Valchiusella passò sotto il dominio sabaudo, dopo una lunga trattativa di pace che si concluse nel febbraio del 1387 sulla pubblica piazza di Vistrorio, alla presenza e con il consenso del popolo
Passeggiare per Vistrorio è vivere il piacere di perdersi in un intrico di viuzze strette e tortuose, fra le caratteristiche le case contadine e quelle padronali, tutte coperte a coppi rossi. In mezzo ad esse sorge la trecentesca chiesa parrocchiale di San Bartolomeo Apostolo, rimaneggiata nel Seicento. All’interno, diviso in tre navate, si trovano cinque altari del XVII– XVIII secolo. Svetta sull’abitato il campanile romanico con archetti pensili e bifore.
Dietro la chiesa si trovano i resti della settecentesca cappella di San Sebastiano.
Interessante, sulla piazza, il signorile palazzo Petitti nel quale sorse, nel 1740, la prima farmacia della valle.
Verso il Chiusella rimangono i resti di un ponte romano che segna il cambiamento del corso del torrente nei secoli e a pochi metri la cappella di San Rocco, costruita nel 1762 e che ha subito nel tempo diversi restauri.
In occasione della manifestazione annuale dedicata a pietra, legno e ferro, è stato inaugurato lungo le vie del paese un museo a cielo aperto che espone fra le vie le migliori opere realizzate durante le diverse edizioni della fiera.
Il nome Vistrorio è un nome unico in Italia e la sua origine è romana. L’etimologia del nome Vistrorio si fa infatti derivare da "Vicus Subterior" che indicava fino al XIV secolo il paese distinguendolo da "Vicus Superior", l’attuale Vico. Erano questi i due principali distretti a cui facevano capo i rimanenti comuni valligiani.
Le prime notizie storiche, però, risalgono al V secolo a.C., quando attraverso il Canavese passarono i Galli Celti: una delle loro tribù, i Salassi, si stabilì nella pianura canavesana, e questi furono sconfitti successivamente dalle legioni romane.
Fu nel Medioevo che Vistrorio acquistò importanza. Data la sua posizione fu capoluogo della Bassa Valchiusella, comprendente, oltre Vistrorio, Rueglio, Alice, Gauna, Pecco, Lugnacco, Issiglio e Vidracco.
All’epoca di Arduino d’Ivrea, intorno all’anno 1000, anche la Valchiusella si trovò costretta al suo potere. Alla morte di Arduino le terre furono spartite e l’alta Valchiusella passò sotto il dominio dei conti di San Martino, i quali si distinsero per essere tiranni e spietati nei confronti del popolo, mentre la Valle di Chy, altrimenti detta Bassa Valchiusella, restò possedimento della Chiesa eporediese.
La Valchiusella fu scenario di lotte tra i signori di San Martino e i Savoia: nel 1386, i paesi soggiogati dalla tirannia giunsero ad un’improvvisa e violenta rivolta armata; i castelli colti di sorpresa furono vinti, incendiati, diroccati e i castellani, che non fecero in tempo a fuggire, giustiziati. Questi atti di ribellione sono conosciuti con il termine di "Tuchinaggio", tremenda rivolta popolare che, per quanto concerne la valle del Chiusella, culminò in quel di Brosso con la distruzione del castello da parte dei "tuchini" . Fu Amedeo VII, il Conte Rosso, a porre fine a questa decennale rivolta. La Valchiusella passò sotto il dominio sabaudo, dopo una lunga trattativa di pace che si concluse nel febbraio del 1387 sulla pubblica piazza di Vistrorio, alla presenza e con il consenso del popolo
Passeggiare per Vistrorio è vivere il piacere di perdersi in un intrico di viuzze strette e tortuose, fra le caratteristiche le case contadine e quelle padronali, tutte coperte a coppi rossi. In mezzo ad esse sorge la trecentesca chiesa parrocchiale di San Bartolomeo Apostolo, rimaneggiata nel Seicento. All’interno, diviso in tre navate, si trovano cinque altari del XVII– XVIII secolo. Svetta sull’abitato il campanile romanico con archetti pensili e bifore.
Dietro la chiesa si trovano i resti della settecentesca cappella di San Sebastiano.
Interessante, sulla piazza, il signorile palazzo Petitti nel quale sorse, nel 1740, la prima farmacia della valle.
Verso il Chiusella rimangono i resti di un ponte romano che segna il cambiamento del corso del torrente nei secoli e a pochi metri la cappella di San Rocco, costruita nel 1762 e che ha subito nel tempo diversi restauri.
In occasione della manifestazione annuale dedicata a pietra, legno e ferro, è stato inaugurato lungo le vie del paese un museo a cielo aperto che espone fra le vie le migliori opere realizzate durante le diverse edizioni della fiera.