La bioacustica è la disciplina che studia la produzione, la propagazione e la percezione dei suoni negli animali. Rappresenta uno strumento fondamentale per comprendere i processi di comunicazione intra- e interspecifica, compresa l’interazione con i suoni ambientali.
L’analisi dei segnali acustici consente l’indagine di temi chiave della biologia, come la selezione sessuale, il riconoscimento individuale e la struttura sociale. Inoltre, la bioacustica è più che mai centrale negli studi di conservazione della biodiversità, poiché permette il monitoraggio non invasivo delle popolazioni.
Presso l’Università di Torino, fin dagli anni Settanta e poi con nuovi impulsi a partire dagli anni Novanta, la bioacustica si è sviluppata grazie a esperimenti pionieristici sulla scelta femminile, la morfologia degli apparati deputati alla produzione di suoni, la propagazione dei segnali in ambienti diversi: studi su anfibi hanno mostrato come la variazione del canto influisca sul successo riproduttivo.
Si sono evidenziati anche meccanismi di microevoluzione attraverso lo studio della variabilità geografica delle emissioni.
L’approccio bioacustico è stato esteso anche allo studio dei primati, con attenzione particolare ai processi di interazione vocale, collegando la prospettiva etologica con l’analisi quantitativa del comportamento.
Lo studio della comunicazione ha implicazioni critiche nella conservazione di specie minacciate (anfibi, rettili, cetacei, primati).
Conferenza cura della professoressa Cristina Giacoma, Università degli Studi di Torino.