Dopo il successo di due spettacoli che indagano la vulnerabilità della famiglia (Casa di bambola e Agosto a Osage County) Filippo Dini dirige e interpreta quella che è stata definita la più perfetta opera teatrale di Jean Cocteau.
I parenti terribili offre uno spietato affresco della società, segnando una rottura stilistica rispetto ai lavori precedenti e scegliendo di rappresentare un ritratto scandaloso e disturbante di una famiglia claustrofobica e incestuosa, intrappolata in un intreccio di odi brutali e passioni ossessive.
L’opera, una delle prime regie teatrali di Luchino Visconti nell’Italia postbellica, è un inno all’amore tragico e impossibile: l’amore infelice e non corrisposto di una donna per il marito della sorella; il desiderio patetico e traditore di un padre per una giovane donna; l’amore folle e incontrollato di un giovane alle prime esperienze; e infine, l’amore possessivo e venato di incesto di una madre verso il figlio.
Con il suo crudo ritratto delle dinamiche familiari e dell’amore nelle sue forme più distorte, questo testo resta una delle opere più controverse e significative del panorama teatrale del Novecento.
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